Pubblicato: 4 Luglio 2025

Addio a Giorgio Pietrangeli, pioniere del surf italiano

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Se ne è andato, in silenzio, come il silenzio che precede ogni grande mareggiata. L’Italia perde un grande surfista e sportivo: eccentrico, pieno di energia, un trascinatore che ha fatto la storia del surf italiano. Giorgio Pietrangeli, pioniere azzurro, si è spento ieri notte. A lui l’Italia sportiva deve tanto. A partire dallo spot più blasonato della Penisola, sicuramente il più affollato e desiderato, Banzai.

Nell’onda di Santa Marinella Giorgio ci capitò per caso nel 1984 insieme a Massimo Navarro e Valerio Castellano. Assetati di onde, avevano scoperto solo recentemente il surf, ma già ne facevano una ragione di vita. “Era piatto, tornavamo da Ansedonia, lo trovammo per caso”, raccontò in un’intervista nel 2009 per il libro ‘Storia del surf in Italia’. “A Valerio scappava di andare in bagno, ci infiliamo in una specie di prato, io mi metto a guardare il mare e vedo un’onda”, è la versione edulcorata di quella spassosa chiacchierata. Ma così fu: quel giorno Giorgio mise gli occhi sulla sinistra più famosa del litorale laziale, battezzandola subito Banzai Pipeline, in onore dello spot hawaiano. Quarantuno anni dopo, in un mondo del surf evoluto, e in un Italia che da piccola nazione conta ormai migliaia di praticanti e anche diversi surfisti professionisti, quella stessa onda e la sua gemella destra – che venne scoperta poco dopo – è davvero la più surfata d’Italia.

Molti pionieri negli anni hanno smesso di surfare, lui no. Ha attraversato tutti i periodi della breve ma intensa storia del surf tricolore, iniziando appunto dagli albori, poi passando per il periodo delle prime associazioni e delle prime gare – ha vinto il campionato italiano negli anni Ottanta e ha partecipato anche a diversi contest internazionali con la maglia azzurra – e infine arrivando sino ai giorni nostri, tifando per Leonardo Fioravanti, nato forse non a caso a una manciata di chilometri da Banzai e in un litorale da sempre ricco di talenti.

Giorgio Amava il Costa Rica, e proprio lì nel 2020 scoprì casualmente di avere il tumore al cervello: una caduta dalla bici, la tac di controllo, poi l’esito. Si fece operare subito a Roma, ma senza mai mollare di un centimetro, senza abbattersi o compiangersi. La malattia raccontata sui social, il tempo spensierato con la moglie Carola e la gioia per la nascita della figlia Nicola chiamata così in onore del padre celebre tennista, l’impegno per raccontare la sua storia e quella dei pionieri, poi onde e ancora onde surfate anche in Costa Rica nonostante la fiacchezza causata dalla chemio e un tumore tra i più aggressivi che stentava a regredire.

Non è retorica scriverlo, ha lottato cercando di non arretrare, godendosi anche la vita, come nel suo stile, e tornando ogni volta che poteva al richiamo di libertà che il mare e l’oceano gli sussurrava all’orecchio. Giorgio Pietrangeli lascia in eredità una storia che continuerà a guidare le future generazioni. Un eroe moderno, forse tra i pochi ad avere già il monumento in vita, quello naturale di Banzai.

Siamo sicuri che lì nei prossimi giorni verrà sicuramente ricordato da migliaia di persone: non sarà un caso, ma le carte meteo dicono che le onde si affacceranno nuovamente nel Mediterraneo dopo un lungo periodo di afa e piatta. Vogliamo pensarlo: è solo l’ultimo dei suoi regali.

Ciao Giorgio, da parte di tutta la FISSW

Testo di Antonio Muglia

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