Il body surfing è la forma più essenziale e primitiva del surf: consiste nel cavalcare le onde utilizzando esclusivamente il corpo, senza tavola. L’atleta sfrutta la spinta dell’onda per planare sull’acqua, mantenendo il corpo in posizione aerodinamica per ridurre la resistenza e aumentare la velocità.
Elementi tecnici fondamentali:
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Take-off: fase di ingresso in onda effettuata con una nuotata potente (crawl), seguita da un’accelerazione per sincronizzarsi con la velocità dell’onda.
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Planata: il corpo viene allineato con l’onda, solitamente con un braccio teso in avanti per tagliare l’acqua e guidare la direzione.
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Manovre: controllo della traiettoria, cambi di direzione (cutbacks) e tubi (barrel ride) sono possibili nelle onde adatte, sfruttando peso corporeo e posizionamento.
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Fins e handplane: per migliorare prestazioni e manovrabilità, si possono usare pinne (fins) per maggiore propulsione e handplane (palette da mano) per aumentare la portanza.
Attrezzatura:
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Nessuna tavola: solo costume o muta. A seconda delle condizioni, si usano:
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Swim fins: pinne corte e rigide per maggiore spinta.
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Handplane (o handboard): piccola tavoletta fissata alla mano anteriore per aumentare la superficie di planata e facilitare il lift.
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Wetsuit o rashguard: per comfort termico e protezione da abrasioni.
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Variabili ambientali:
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Onde: preferite le beach break con onde frangenti potenti ma non troppo grandi; la misura ideale va da 1 a 5 piedi.
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Condizioni: marea, tipo di fondale e corrente influenzano fortemente la sicurezza e la qualità della surfata.
Abilità richieste:
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Tecnica di nuoto avanzata e ottima forma fisica, in particolare per il take-off.
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Lettura dell’onda e posizionamento preciso per sfruttare al meglio la spinta.
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Controllo del corpo e flessibilità per adattarsi all’onda e mantenere una planata stabile.
Il body surfing è una disciplina minimalista, intensa e altamente tecnica, che richiede connessione diretta con il mare, grande consapevolezza del corpo e adattamento costante alle condizioni.