Elementi tecnici fondamentali:

• Stance: posizione dei piedi parallela o sfalsata (surf stance), con ginocchia leggermente flesse per stabilità e controllo.

• Pagaiata (stroke): composta da fasi di catch, power phase e release, con utilizzo sinergico di core, dorsali e gambe per massimizzare la propulsione.

• Cambio lato: per mantenere la traiettoria, si alternano i lati della pagaiata con tecnica e frequenza variabile.

• Manovre: virate (pivot turn, sweep turn), controllo direzionale e accelerazioni sono essenziali, soprattutto in gara o in condizioni marine dinamiche.

Tavole e materiali:

• Tavole da race: lunghe (12’6” o 14’), strette e con nose affilato, per velocità e scivolamento ottimale su acqua piatta o in downwind.

• Tavole wave: più corte e larghe, con rocker accentuato, ideali per manovre su onde.

• Pagaia: generalmente in carbonio, con lunghezza regolata in base alla disciplina (più corta per il wave, più lunga per il race) ed in base all’altezza dell’atleta.

Variabili ambientali:

• Condizioni d’acqua: il SUP si pratica su mare, lago o fiume, con differenze tecniche e tattiche significative.

• Vento e corrente: influenzano l’assetto, la scelta della rotta e la gestione dell’energia, soprattutto nelle gare di lunga distanza o downwind.

Capacità richieste:

• Equilibrio dinamico e coordinazione per mantenere stabilità su una superficie instabile.

• Resistenza cardiovascolare e forza funzionale per sostenere sforzi prolungati o sprint.

• Tecnica di pagaiata efficiente, per massimizzare la propulsione riducendo il dispendio energetico.

Il SUP è una disciplina polivalente, accessibile a tutti i livelli, ma estremamente tecnica ad alto livello agonistico. È praticato sia in ambito ricreativo, sia competitivo, con circuiti nazionali e internazionali.